Sono raffreddati ad aria, i modelli più grandi invece raffreddati ad acqua dolce. Lubrificati allo stesso modo di un motore diesel a 4 tempi perché il manovellismo all’interno è identico solo che l’olio che lubrifica i cilindri non viene del tutto bruciato ma una piccolissima parte espulso insieme all’aria pompata per cui è equipaggiato con uno scaricatore di condensa dove si raccolgono tutte le impurità contenute nell’aria in uscita dal compressore. Gli stantuffi possono essere a semplice o duplice effetto (entrambe le facce dello stantuffo sono attive). La disposizione dei cilindri è ad asse verticale od orizzontale nel caso di un unico stantuffo, a V, W, X nel caso di più stantuffi; talvolta si possono trovare cilindri fra loro contrapposti. I compressori alternativi sono in generale impiegati per portate molto basse (di solito < 1 Nm3/min e comunque non oltre 20 Nm3/min. ) e per pressioni di 7-10 bar; quando la pressione richiesta supera i 20 bar si devono adottare compressori alternativi multistadio. I compressori alternativi hanno normalmente stantuffi lubrificati, con lo svantaggio che l'aria compressa contiene in sospensione particelle di olio: essi pertanto non sono adatti per utenze richiedenti aria "pulita". Sono però disponibili compressori alternativi non lubrificati (detti anche "a secco"), nei quali i tradizionali anelli di tenuta metallici(che necessitano di lubrificazione) fra stantuffo e cilindro sono sostituiti da anelli in teflon o in grafite oppure da dispositivi a labirinto.
I compressori rotativi a palette sono di solito impiegati per pressioni di esercizio da 2 a 10 bar.
Il loro rendimento è inferiore ad un equivalente compressore a pistone a 2 o più stadi, ma migliora con l'iniezione intensiva di olio prevista nei compressori che comprimono l'aria a 7-10 bar.
La portata massima in aria aspirata dei compressori rotativi a palette è di solito inferiore a 100 Nm3/min.
I compressori a viti sono costituiti da due rotori, uno con lobi convessi e l'altro con lobi concavi, ruotanti in senso opposto dentro uno statore.
L'aria viene aspirata attraverso la luce di immissione nello spazio che si forma fra i lobi dei due rotori; con il procedere della rotazione, lo spazio in cui essa è contenuta viene dapprima isolato dalla luce di immissione, quindi ridotto di volume dando inizio ad una compressione graduale più o meno pronunciata a seconda del rapporto di compressione da realizzare(più pronunciata per 𝛽 più elevati, per ridurre la potenza assorbita). Terminata la compressione graduale l'aria viene spinta verso la luce di uscita e quindi scaricata.
Esistono due tipologie di compressori a vite: quelli lubrificati e quelli non lubrificati o a secco.
La prima categoria realizza cicli di compressione monostadio (raggiungendo pressioni fino a 13 bar) e bistadio (per pressioni fino a 20 bar) e la portata d'aria è inferiore ai 70 Nmc/min.
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